La Golf è diventata un’icona, ma di generazione in generazione continua ad affinarsi senza dimenticare le doti che l’hanno resa grande, a partire dalla dinamicità d’ispirazione sportiva di Marco Cortesi
Essenzialmente al top
2019 VW Golf TDI
Non c’è altra auto che abbia il proprio DNA tanto radicato in profondità come la Golf. Non c’è neppure bisogno di dirlo, dato che è diventata sinonimo di un’intera tipologia di vetture, quelle che grazie all’impegno nella ricerca della qualità sono diventate “premium” senza abbandonare le radici di “auto per tutti”. Il successo strategico e commerciale è nato dalla sostanza, dall’equilibrio e dall’essenzialità. Che non vuol dire puntare a ciò che è spartano, ma semplicemente alla sincerità.
La dimostrazione? La continua attenzione allo sport e alle prestazioni, anche in un momento in cui la sensibilità economica e ambientale è ai massimi storici. Cosa c’entra lo sport con la vita di tutti i giorni? Le due filosofie in realtà non sono per niente distanti e a Wolfsburg l’hanno capito bene. Si capisce quando ci si trova al volante. La precisione con cui si seguono traiettorie, la semplicità delle informazioni date al pilota, la posizione di guida, sono tutte componenti non solo vitali quando ci si trova su una vettura da corsa, ma anche fondamentali nella realtà di tutti i giorni.
L’auto che nasce sana va naturalmente bene in pista e in strada, senza bisogno di esagerazione stilistica, tecnica e tecnologica, e in questo senso fa piacere sapere che davvero il travaso tra corse e realtà può portare a risultati concreti, anche se spesso dati un po’ per scontati. Così non c’è Golf senza GTI, ma non solo. Dalla penna dei designer è nata prima la R, evolutasi di pari passo con le altre sportive della categoria verso potenze sempre superiori, e ora lo step è stato completato con la nuova versione ispirata alle competizioni turismo, la TCR da 290 cavalli, esposta come concept al Wörthersee Meeting.
2019 VW Golf TDI & GTI
Si tratta solo della versione pre-serie di una vettura che debutterà in Europa entro fine 2018, caratterizzata da un design estremo oltre che da caratteristiche tecniche di prim’ordine. Prendendo spunto dal grande successo del progetto TCR, che è arrivato a spopolare nella scena delle gare per vetture derivate dalla serie, la Golf ha compiuto uno step ulteriore nelle sue prestazioni, ma si è mantenuta fedele alla sua natura multi-sfaccettata: vettura razionale in grado di trasformarsi in sportiva purosangue, con caratteristiche che non si escludono a vicenda.
Come sempre, l’estetica, il gusto e il feeling iniziale sono le prime cose a metterci in contatto con una vettura, e le linee della Golf hanno stilemi inconfondibili: i grandi montanti posteriori, la lunga linea del tetto e i passaruota ben descritti. Per la settima serie, non solo l’evoluzione ha toccato le proporzioni, ma c’è stato un generale “affinamento” che ha dato al colpo d’occhio quell’aggressività che era mancata nelle “paciose” edizioni 5 e 6 e il risultato è un design “cab backward”, con un cofano lungo e appuntito, da vettura di alta classe.
La linea che scolpisce la fiancata accentua lo slancio, mentre al posteriore i fari risultano affusolati e, in particolare con i led diventati di serie dal restyiling del 2017, offrono un’impressione tecnologica e ricercata. La linea della Golf 7 non solo ha incrementato la sensazione di dinamicità, ma ha ulteriormente contribuito ad affermare l’effetto “premium” che caratterizza gli altri comparti. Per dirla in italiano, ha dato un’immagine di importanza e qualità superiore. Se l’interno presenta infatti un livello di precisione superiore, pur se con un design che non urla innovazione, l’esterno non è da meno, con assemblaggi e finiture dalla qualità percepita (oltre che effettiva) molto alta. Fulcro del rinnovato modello è però anche il lato tecnologico, sia per quanto riguarda l’intrattenimento di bordo, sia per quanto concerne i sistemi di assistenza alla guida.
L’infotainment si controlla con uno schermo da tablet con comandi gestuali, chiaro e semplice nell’interpretazione oltre che di veloce attivazione. Lo stesso vale per l’Active Info Display, ovvero il cruscotto dietro il volante costituito da uno schermo da oltre 12 pollici completamente virtuale. La differenza rispetto alla concorrenza, anche quella di alcune vetture del gruppo, è che nulla nel sistema è fine a se stesso. Le informazioni date sono solo quelle necessarie, presentate in maniera semplice e razionale. Anche se forse l’effetto “wow” ne risente un po’, i tempi di lettura e, di conseguenza, anche i rischi di distrazione ne trovano grande beneficio. Dopotutto, a nessuno serve una vettura “wow” distrutta…
Anche nel settore dei “driver aids” l’approccio è stato lo stesso, con dei sistemi di guida estremamente ben calibrati ed integrati, che interagiscono con chi guida in modo comprensibile. Il cruise control adattativo, il front assist con frenata di emergenza che riconosce anche i pedoni, l’assistente di corsia (eccezionale l’omogeneità di comportamento per riportare la vettura “in linea”) si affiancano al sensore per l’angolo cieco e le assistenze per il parcheggio, oltre al riconoscimento della segnaletica. Il risultato è un ecosistema tecnicamente complesso ma efficace, assolutamente non invasivo. Il mantenimento della distanza è fluido, e l’integrazione con il lane assist porta il pacchetto a non sfigurare con proposte molto più blasonate.
2019 VW Golf TDI interior
Il nuovo sistema di infotainment Composition Colour di serie presenta un display a colori sensibile al tocco da 6,5 pollici di grande risoluzione. Oltre a due manopole di regolazione a pressione/ rotazione sono presenti sei sottili tasti di menu. La potenza di 2 x 20 watt viene riprodotta da quattro altoparlanti.
Con otto altoparlanti a bordo la potenza diventa di 4 x 20. Oltre alla radio FM, il sistema offre una scheda interfaccia SD, attraverso la quale è possibile riprodurre musica in formato MP3 e WMA. il sistema Composition Colour è dotato di antenna Diversity: a bordo della Golf sono presenti più antenne, attraverso il cui collegamento è possibile filtrare ed escludere i disturbi del segnale
Addirittura, la Golf 7 restyling può guidarsi da sola quando è in coda: il guidatore deve solo ridare l’abbrivio sfiorando il gas quando vuole ripartire da uno stop. Per il resto, fa tutto da sola. Ovviamente, quando la velocità aumenta, bisogna tornare a mettere le mani sul volante perché, oltre ad essere problematico in termini di sicurezza, l’abbandono dei comandi non è (giustamente) ben gradito alla vettura. Come sempre, l’aiuto alla guida non deve essere considerato un pilota automatico, né una scusa per distrarsi.
Va però segnalata una curiosità. Mentre la risposta di altri costruttori, in caso di poca attenzione del guidatore, porta al disinserimento dei sistemi come “punizione”, sulla Golf l’assenza di stimoli porta ad un prudente arresto di emergenza, con tanto di quattro frecce accese. Scelta più sensata: anziché pensare che tu stia facendo il furbo, la Golf si preoccupa che tu non abbia avuto un malore. Grazie Golf.
Qualora in una situazione di guida instabile, come per esempio in caso di sovrasterzo o sottosterzo con l’intervento dell’ESC, si verifichi una forte accelerazione trasversale, sulla Golf vengono chiusi sia i cristalli laterali sia il tetto scorrevole fino a un apposito punto di fermo. Infatti, gli airbag per la testa e gli airbag laterali possono effettuare al meglio la loro azione protettiva, e quindi funzionare in completa efficacia, con i cristalli e il tetto pressoché chiusi
L’elettronica, però, da sola non basta, visto che troppo spesso oggi diventa elemento costruttivo, per compensare deficienze tecniche o per limitare gli investimenti sui fondamentali. Anche in questo caso la Golf è coerente. L’avantreno MacPherson era uno dei più precisi e piacevoli sul mercato già dalla quinta serie, e l’utilizzo del Multilink al posteriore completa il quadro. In pista, mette le ruote dove vuoi, letteralmente, non vagamente, e resta permissiva anche quando si forza troppo. Ma non è una sensazione “di elettronica”.
E’ strutturale. Prova del nove, il fatto che gli interventi dei controlli elettronici, anche al limite, siano minimi. Come è giusto che sia, l’ESP aiuta a gestire l’emergenza ma non è una costante. Per quanto riguarda il pacchetto motore-trasmissione, l’esemplare provato da #CheAuto! era piuttosto tradizionale. Il 2 litri TDI Common Rail nel taglio da 150 cavalli. Si tratta di un quattro cilindri dotato di due alberi di equilibratura, che risulta quindi particolarmente silenzioso.
Il motore sviluppa la sua potenza massima tra 3.500 e 4.000 giri e il TDI mette a disposizione la sua coppia massima di 340 Nm già a partire da 1.750 giri (fino a 3.000 giri). Secondo i dati pubblicati dalla Casa su questa Golf i consumi si limitano ad appena 4,2 l/100 km (109 g/km CO2)mentre sul fronte prestazioni viene assicurato che la 2.0 TDI raggiunge i 216 km/h passando da 0 a 100 km/h in 8,6 secondi.
Questo propulsore ha tutto quello che serve in termini di prestazioni, ed è accoppiato dal cambio DSG che paga un po’ l’assenza dei paddle shifters. Non in quanto a prestazioni, ma perché non avere la possibilità di selezionare le marce manualmente rende di fatto inutile l’eccellente sistema a doppia frizione: vive come un automatico classico.
A oggi sono ben 51 le versioni di Golf disponibili sul mercato italiano! A tre porte o a cinque porte, diesel o benzina in un’infinità di allestimenti che è davvero impossibile elencare. I prezzi sono quindi estremamente differenti tra loro. Basi sapere che la Golf più economica è la 1.0 TSI Trendline BlueMotion Technology (63 kw / 85 cv) proposta ad un prezzo “chiavi in mano” di 20.350,00 Euro. La più costosa invece è la 2.0 TDI Executive BlueMotion Technology DSG 4MOTION (110 kw / 150 cv) che può diventare vostra “chiavi in mano” per 34.750,00 Euro
Unica possibilità di “giocare” è la leva in modalità sequenziale che però, a causa della posizione e dell’inversione dei comandi rispetto ai dettami della guida sportiva (avanti per scalare, indietro per salire) non è intuitiva. Per il resto, regna la rotondità più assoluta, come da filosofia generale di tutta l’auto, anche nel funzionamento dell’unità propulsiva. Si dice che, per via dell’evoluzione che prelude all’elettrificazione di massa, questa potrebbe essere l’ultima Golf. Speriamo di no.
Caratteristiche tecniche prinicipali Golf 2.0 TDI BlueMotion Technology
DIMENSIONI
Lunghezza mm 4.258
Larghezza mm 1.790
Larghezza inclusi specchietti retrovisori mm 2.027
Altezza mm 1.492
Capacita bagagliaio litri 380/1.270
MOTORE
Tipologia motore: 4 cilindri – Diesel Common Rail
Cilindrata effettiva cm³ 1.968
Potenza massima: KW 110 – CV 150 a giri/min 3.500-4.000
Coppia Massima Nm a giri/min: 340 / 1.750 – 3.000
Classe di emissione gas di scarico: Euro 6
Cambio meccanico a 6 rapporti
Cambio automatico DSG a 7 rapporti
VELOCITÀ MASSIMA, KM/H
Cambio meccanico 216
Cambio automatico 214
ACCELERAZIONE: 0-80/0-100KM/H
Cambio meccanico 6,4 / 8,9 sec.
Cambio automatico 6,4 / 8,9 sec.