L’italiana made in Hiroshima punta sulle sfumature per accendere la sua diversità. Oltre cinquant’anni dopo la prima generazione che fece fortuna soprattutto negli Usa.
2018 Fiat 124 Spider
In tempi di globalizzazione e disincanto, probabilmente non avrebbe fatto torto neppure al marchio Alfa Romeo. E invece la scelta di far rivivere la Fiat 124 Spider utilizzando la base della Mazda MX-5 e la fabbrica giapponese di Hiroshima può considerarsi più che azzeccata.
Al debutto lo scorso anno, spegnendo le cinquanta candeline dal lancio di un’antenata di straordinario successo sulle due sponde dell’Atlantico (150.000 unità nella lunghissima vita dal 1966 al 1985), la nuova due posti scoperta con targa italiana non è infatti semplicemente un clone della sorella nipponica, ma ha molte frecce “identitarie” al suo arco. A partire dallo stile della carrozzeria, rivisto con accenti retrò che richiamano alcuni dei bei tratti della matita dell’americano Tom Tjaarda, allora designer di punta della Pininfarina e recentemente scomparso.
Da “puristi” è la capote in tessuto facilmente manovrabile a mano, mentre allestimenti ed equipaggiamenti si avvalgono delle attenzioni tipiche dei costruttori del Sol Levante e comprendono una dose sufficiente di moderna tecnologia (dal navigatore all’impianto stereo Bose). Quattro metri o poco più di lunghezza, due posti “secchi”, bagagliaio per quanto basta, assetto di guida “sdraiato” e una cortissima leva del cambio a perfetta portata di mano fanno il resto, dando personalità a un’auto per distinguersi nell’algido panorama delle sportive di oggi.
Trazione posteriore
L’impostazione dell’abitacolo ben si concilia con quella del telaio e della meccanica, che gli appassionati ingegneri della Mazda vollero già con la prima MX-5 del 1989. Ispirata alle più emozionanti spider degli anni Sessanta, dall’Alfa Romeo Duetto alla Lotus Elan. Trazione posteriore, sterzo che interpreta all’istante i comandi e sospensioni d’impronta quasi agonistica si traducono nella
ricerca del piacere di guida piuttosto che del comfort.
Sta proprio in certe sfumature la “diversità” della 124 Spider rispetto alle altre dello stesso genere e alle tante berlinette anabolizzate derivate dalla grande produzione. E nel motore, all’opposto dal punto di vista tecnico da quanto proposto dai giapponesi: un aggressivo 1.400 turbo al posto degli aspirati 1.500 e un due litri che, con 140 cavalli, consente alla Fiat accelerazioni da 0 a 100 in 7,5 secondi e punte velocistiche sopra i 210 km/h.
Per chi non ne ha abbastanza, c’è poi anche la variante marchiata Abarth, con il cofano verniciato in nero opaco e particolari che ricordano la vettura dei Mondiali Rally degli anni Settanta, con 170 cavalli e prestazioni da granturismo (supera i 230 km/h e raggiunge i 100 in meno di 7 secondi).
Una ritrovata Fiat Spider, che mancava dai tempi della Barchetta e che sul mercato fa un po’ storia a sé, in un ambito dove la diretta concorrenza scarseggia. I prezzi partono da 27.500 euro (40.000 per quella con lo Scorpione) ed evocative serie speciali, come la America che ricorda il modello costruito in esclusiva per gli Stati Uniti tra il 1975 e il 1981.